Il consumatore può sempre impugnare un decreto ingiuntivo, passato in giudicato, in sede di opposizione a precetto laddove il provvedimento monitorio, definitivo ed irrevocabile, sia stato emesso sulla base di un contratto di fideiussione viziato ab origine da clausole abusive e ciò anche laddove il provvedimento giudiziale sia stato già oggetto di opposizione rigettata o non sia stato mai opposto.
Così la pronuncia ottenuta dall’Avv. Guglielmo Flacco dello studio legale Flacco&Partners, con cui il Tribunale di Marsala, a seguito di opposizione a precetto avverso un pignoramento immobiliare promosso da un istituto di credito avverso un consumatore, ha sospeso con provvedimento del 26/07/2022 il decreto ingiuntivo passato in giudicato posto a fondamento dell’esecuzione forzata la quale, conseguentemente, anch’essa è stata sospesa cosi salvando i beni pignorati dalla vendita forzata già richiesta dalla banca creditrice. Nello specifico, nella richiesta depositata nel giudizio di opposizione al precetto, si è rilevata tra le varie eccezioni anche la sussistenza nel contratto di fideiussione stipulato a favore della banca (in virtù del quale l’istituto aveva ottenuto il decreto ingiuntivo definitivo) la presenza di clausole vessatorie che affiancavano ab origine il detto contratto.
L’abusività delle dette clausole è stata rilevata dal difensore facendo buon governo dei principi espressi in una pronuncia della Corte Ue di maggio secondo cui l’applicazione dell’articolo 6 della direttiva 93/13 (in tema di tutela dei consumatori) non deve essere ostacolata dalla normativa nazionale secondo cui il giudice nazionale non possa esaminare il carattere abusivo delle clausole in sede di opposizione all’esecuzione avverso un titolo esecutivo definitivo, stabilendo il regime di rilevabilità anche d’ufficio di una siffatta violazione. La pronuncia potrebbe rappresentare un salvagente per tanti consumatori che sono stati oggetto di pignoramento per debiti bancari e potranno avere uno strumento in più per difendersi da aggressioni illegittime.